Presentazioni efficaci:
inclusività e accessibilità non sono optional
Consigli sul design di slide accessibili: scegliere font e dimensioni, colori e sfondi, grafiche e immagini.
Negli ultimi anni, per fortuna grazie a un attento lavoro di sensibilizzazione, c’è molta più consapevolezza sul tema del linguaggio inclusivo. Sempre più persone quindi, per fortuna finalmente, si chiedono: “come posso creare presentazioni più accessibili?”.
Tra le persone che hanno portato avanti questo lavoro di sensibilizzazione in Italia, puoi seguire Vera Gheno e Alice Orrù. E soprattutto Valentina Di Michele, madrina dell’UX Writing in Italia e organizzatrice del DiParola Festival, il primo evento in Italia dedicato alla comunicazione chiara, inclusiva, accessibile. Tra l’altro, abbiamo intervistato Valentina sul Festival e le abbiamo chiesto alcune dritte su come parlare a un evento.
Quando parliamo di linguaggio “inclusivo” – o meglio, ampio – non parliamo solo di parole. Anche il design può rendere più accessibili i messaggi, ecco perché ti do questi spunti sul design delle slide e sulla scelta delle immagini.
- Linguaggio inclusivo, ampio, accessibile: come si dice?
- Slide dal design accessibile
- Libera le immagini dagli stereotipi
- Bonus track
Linguaggio inclusivo, ampio, accessibile: come si dice?
Premessa: da brave seguaci del gotha Vera-Alice-Valentina, non ci piace parlare di “inclusività”. La parola “inclusività” implica, etimologicamente, qualcosa di rinchiuso entro dei confini, ed evoca la sua nemesi, “esclusività”, cioè qualcosa che è fuori da questi confini. Non esattamente il concetto democratico che ci aspettiamo e che vogliamo raggiungere.
Oltre alla denotazione del termine c’è anche una questione connotativa.
Sebbene il temine “inclusivo” punti a un buon comportamento da parte di chi compia l’azione di includere, infatti, il problema sta proprio qui: la questione è che ci sia ancora la convinzione che serva qualcuno che, in maniera un po’ caritatevole, dica alla persona inclusa che non ha niente di meno rispetto a una persona “normale”.
Com’è umano lei. Ecco perché preferiamo parlare di “linguaggio ampio” e di “accessibilità”. Per approfondire: qui puoi ascoltare Vera Gheno che spiega perché “inclusivo” non è un termine veramente inclusivo.
Rendere le slide accessibili significa progettare pensando ai bisogni di chi fruirà la presentazione.
Nel nostro metodo di lavoro uno dei primi pilastri è: conosci il tuo pubblico.
Alla domanda Ho delle informazioni sulle persone a cui farò la presentazione? aggiungo: che età e genere hanno? A che gruppo etnico appartengono? Che bisogni speciali possono avere?
Queste risposte mi permettono di creare delle presentazioni accessibili e accoglienti: vediamo come.
Slide dal design accessibile
La leggibilità e la fruizione immediata dei contenuti nel mondo del presentation design è fondamentale, ecco quindi alcuni principi imprescindibili.
Lavora sui contrasti
Per aumentare la leggibilità usa in modo saggio il contrasto tra testo e sfondo. Ricorda che le nostre slide devono essere leggibili anche da persone ipovedenti, daltoniche o con altre condizioni visive.
❌ Evita di scrivere in grigio sul nero, e altri colori scuri su fondo scuro: ci deve essere molto contrasto tra il testo e il fondo su cui è impaginato. Lo stesso discorso vale per giallo/bianco: il basso contrasto di luminosità rende il testo quasi illeggibile.
❌ Ma, attenzione, no a contrasti che fanno sanguinare gli occhi o che sono difficili da distinguere:
- Rosso/blu: fai una prova, vedi come sfarfalla?
- Verde/rosso: producono lo stesso effetto “sfarfallio” del rosso/blu, e non sono distinguibili per chi ha una discromatopsia rosso-verde.
- Arancione/rosso (e altre tonalità calde molto vicine) per evitare scarsa distinzione di forme e colori.
- Blu/verde: la sovrapposizione di tonalità fredde riduce la nitidezza.
❌ In generale, non lasciare solo ai colori la funzione di veicolare un’informazione, pratica diffusa nella data visualisation, per esempio. Un uomo su dodici e una donna su duecento sono affetti da deficit della visione dei colori (la patologia più conosciuta è il daltonismo).
❌ Non usare colori che possono essere confusi dai daltonici (per esempio per creare confronti o gerarchie fra i testi): evita quindi di accostare il rosso, il verde, il ciano puro. Ma i tipi di daltonismo sono tanti, e alcune persone hanno problemi a distinguere anche i gialli, i marroni, e altri colori.
Uno strumento utile è la prova per colore a video per daltonismo (Photoshop e Illustrator): crea una prova a video che rispecchia quelli visibili da una persona daltonica. Le due opzioni di prova colore a video, Protanopia e Deuteranopia, generano un’approssimazione dei colori in base a come questi vengono percepiti da persone affette dalle forme più comuni di daltonismo. Leggi qui come funziona.
✅ Sì – con riserva – al grande classico testo nero su sfondo bianco. Perché con riserva? Il fondo bianco, nelle slide che vengono proiettate, non sempre è sinonimo di leggibilità.
Nonostante il bianco sia il “colore neutro” per eccellenza, su slide proiettate può compromettere la leggibilità per vari motivi:
- Il bianco riflette la luce del proiettore e dell’ambiente, creando effetti di abbagliamento agli spettatori.
- In sale in cui la luce non può essere completamente oscurata le superfici molto chiare diventano “specchi” che stancano la vista del nostro pubblico, e noi la presentazione mettiamo in scena per il pubblico, non per noi!
- In ambienti luminosi si riduce ulteriormente il contrasto percepito, rendendo più difficile distinguere dettagli fini
- Dopo alcuni minuti, i partecipanti possono iniziare a “sfocare” le immagini o a percepire un piccolo alone luminoso intorno alle lettere proiettate su sfondo bianco.
✅ Usa fondi colorati e scritte in contrasto. Con questo tool gratuito di Adobe Color puoi dare una certa personalità alla tua presentazione e crearti una palette cromatica in modo semplice e veloce, partendo da un colore principale, per esempio quello del tuo brand o dell’organizzazione che ha creato l’evento.
Il consiglio principe per la palette: segui la regola del tre. Massimo tre colori, compreso quello scelto come fondo della slide, per evitare l’effetto arcobaleno.
✅ Progetta partendo da un fondo colorato più scuro e scrivi il testo in chiaro/negativo sopra: le tue slide saranno subito più professionali.
✅ Scrivi su un’immagine? Usa i riquadri colorati per uniformare lo sfondo della scritta. Puoi usare anche la trasparenza per renderli meno invadenti. Meglio in genere evitare “pattern invadenti”.
✅ Un modo per rendere leggibili i testi sulle immagini lo puoi vedere applicato su questa nostra slide che arriva fesca fresca dal Festival del Fundraising:
Scegli un font leggibile
❌ Non usare caratteri con grazie, svolazzi e parti sottili che a volte si erodono durante la proiezione e rendono difficile la lettura.
❌ Diciamo insieme “Altolà!” alle ombre e tutti quegli effetti che limitano la funzione primaria di un testo, ossia essere leggibile.
Ora, mi rendo conto che nel mare di scelta fra font che offre la rete a volte ci si trovi in difficoltà. Il criterio per cui si sceglie un font per le slide è la leggibilità, ricordi? Vuol dire che devono essere ben visibili dalla prima all’ultima fila.
Due suggerimenti:
✅ Evita di usare i corsivi e gli script e prediligi i font bastoni (sans serif) rispetto a quelli con le grazie (serif): danno un senso di modernità alle tue slide e, visto il numero limitato di parole, risultano più leggibili a distanza. I cartelli stradali sono scritti in font bastoni, per dire.
Quindi, in pratica, puoi scegliere font sans serif con lettere distinte come il Calibri, l’Arial o l’Aptos, il nuovo font introdotto da Microsoft.
✅ Prediligi i font con la ‘a’ aperta e non chiusa: a distanza e in condizioni di luce non ottimale “costo” può diventare “casta”.
✅ Cerca di non usare pesi leggeri come il Light o il Thin e orientati invece dal Regular in su, soprattutto se devi scrivere piccolo.
✅ Non esiste una regola per la grandezza del font*: dipende dal contenuto della presentazione e dall’ambiente in cui presenterai.
In generale, per slide che saranno proiettate ci orientiamo su queste dimensioni:
- TESTO da 16 punti in su
- TITOLO da 30 punti in su
- SOTTOTITOLO da 20 punti in su.
* Una leggenda metropolitana (se qualcunə ha fonti sicure ce le mandi!) narra che Guy Kawasaki avrebbe consigliato questa formula: calcola l’età media delle persone in sala e poi dividi per 2, quello è la dimensione minima del font che devi usare. Per cui se l’età è 64, font minimo 32. Se è 50, font minimo 25.
Crea una chiara gerarchia visiva delle informazioni
Disegna un percorso visivo nitido per chi ti guarda.
Ciò che è più importante deve essere più grande e in una posizione preminente della slide, metti invece le informazioni secondarie in una posizione di secondo piano. Per ogni slide prevedi un solo concetto.
E ricordati di allineare i testi a bandiera a sinistra, per migliorare la leggibilità.
Dividi le slide troppo dense
Questo principio è figlio di quello precedente: non importa quante slide avrà la tua presentazione, non esiste un numero perfetto per le slide.
Le slide devono essere leggibili e quindi no ai muri di testo, no alle slide portatrici di tutto il discorso: se produco slide per essere lette, la figura di chi parla (e cioè io!) sarà inutile.
Ogni slide un concetto, e scritto in grande: sotto il 16 non è amore.
Colori e inclusione: un affondo
I colori sono solo colori: non sono inclusivi o esclusivi. Lo diventano grazie alle convenzioni culturali, che per motivi storici o sociali si sono stratificate e li hanno resi portatori di significato. Il rosa per le bambine (leggi qui per scoprire che è una convenzione piuttosto recente!), l’azzurro – e tutti gli altri colori tranne il rosa – per i bambini; il rosso per lo stop, il verde per il via libera. Queste convenzioni, a volte, ci aiutano a creare un messaggio trasversale su pubblici di culture diverse, per esempio la contrapposizione rosso/verde. In alcuni casi, invece, l’uso dei colori può diventare più complesso, perché assumono significati diversi in culture diverse. In Giappone, per esempio, uno dei colori del lutto è il bianco, perché richiama il colore delle ossa, come ricorda Roberto Falcinelli nel suo saggio dedicato al visual design.
Libera le immagini dagli stereotipi
Ti dicono sempre di usare fotografie nelle presentazioni perché le rendono più impattanti e memorabili. È ancora vero?
Sì, lo è.
Però dobbiamo fare un passo in più.
La prima regola è sempre di creare una relazione con il tuo pubblico: quindi scegli immagini in linea con le persone a cui presenterai e che parlino al loro cuore. Per esempio, se parli di proprietà immobiliari in Sicilia a persone con un’età media di 60 anni, non è strategico presentare loro l’immagine di una famiglia di trentenni su una spiaggia oceanica. E questo è il minimo sindacale.
Per liberare le immagini devo stare attenta a non cadere in alcuni stereotipi a cui siamo culturalmente abituate e, che spesso, non scardiniamo per pigrizia, o perché sono talmente radicati che non li vediamo più.
Il manager di un’azienda non è sempre un maschio caucasico di 50 anni in giacca e cravatta e con il sorrisone. Può essere una donna, può essere una donna di 30 anni, può essere una donna di 30 asiatica, può essere una donna di 30 anni asiatica con un vestito diverso dal tailleur. Sta a me aver chiaro cosa comunicare e scegliere come comunicarlo.
Di manager, CEO e doctor
Spesso lo stereotipo arriva dai siti da cui prendiamo ispirazione, quindi dobbiamo impegnarci di più. Ogni tanto faccio questo “gioco” per vedere come vanno le cose: inizio una ricerca per immagini, con navigazione in incognito, su Google. Digitando la parola manager mi imbatto in una proposta come quella qui sotto.
In seconda posizione scopriamo una donna non caucasica (yuppi!) per poi scendere e imbatterci in una serie di immagini veramente stereotipate negli abiti, nella composizione, nella postura dei soggetti, nella presenza fisica e nella scelta del look.
Le cose non mi sembra vadano meglio se cerco la parola CEO
In seconda riga appare una donna su una scrivania con le gambe aperte; indipendentemente dal tono dell’articolo a cui è correlata l’immagine, non ti urta il collegamento CEO – donna aggressiva – gambe aperte?
Esco dal mondo degli affari e mi butto su quello della Sanità. Digito nel campo ricerca doctor e mi appare questa schermata.
Siamo più arzilli, non possiamo negarlo, ma donne africane o asiatiche non se ne vedono.
E se generi l’immagine con l’AI? Va benissimo, ma occhio ai bias dell’Intelligenza Artificiale (qui puoi vedere cosa si è inventata quando le abbiamo chiesto una illustrazione che rappresentasse noi Slide Queen).
Il rischio è di protrarre lo stereotipo che se si parla di una persona professionista sia un uomo, e che le persone che lavorano, in generale, siano tutte ugualmente abili, bianche, sotto i 35 anni, e col fisico di chi ha appena vinto le Olimpiadi.
Aggiungi l’alert accessibilità alle slide
Insomma, può capitare a chiunque di fare scelte poco accessibili, perché spesso ci viene presentato solo un punto di vista, o siamo in preda alla fretta o alla stanchezza. Ma una volta che nel nostro metodo aggiungiamo l’alert accessibilità possiamo sempre tornare sui nostri passi e farci delle domande per comunicare qualcosa di diverso, qualcosa di più leggibile, qualcosa di meglio.